Sesta tappa del Giro d’Italia Under 23 e vi do un primo numero: 19. Sono le ore di lavoro dei DS, meccanici e massaggiatori che ieri insieme agli atleti hanno avuto davvero una giornata molto impegnativa. Si sono alzati alle 05:00 per l’inizio giornata ed hanno terminato di sistemare tutto verso le 24:00. Quindi i primi complimenti di questo Giro vanno agli atleti e a seguire a tutti gli accompagnatori. La sera quando ci incrociamo negli hotel, la prima frase che ci diciamo è……..siamo morti, ma poi basta una bella dormita e subito pronti per la sesta tappa di questo Giro che parte dal mare ed esattamente da quello di Francavilla, vicino a Pescara, paese natale del nostro team manager, diciamo che qua siamo di casa (nella foto Rodella, sopra Filippo Zaccanti).
Oggi, come tutte le mattine vado verso il villaggio di partenza ed incontro due persone che tengo d’occhio da diversi giorni, non solo perché sono due esperti del nostro settore ciclistico e due persone molto umili e simpatiche ma……ok, prima vi dico i nomi e poi vi spiego il perché. Si chiamano Davide Cassani e Josè Antonio Matxin, uno è il CT della Nazionale Italiana e l’altro è il selezionatore giovanile della Quick-Step, che in questa occasione accompagna la Nazionale Colombiana.
Ebbene loro due dall’inizio del Giro, nonostante ci siano 35 gradi all’ombra, hanno la camicia sempre in perfetto ordine, senza nemmeno una piega, pantaloni idem e scarpe abbinate per ogni giornata all’abbigliamento. Ahahahahah, insomma ho chiesto loro lezioni di stile, ma soprattutto ho detto che mi avrebbero dovuto insegnare o meglio far vedere come cavolo fanno a farsi la valigia. Io ci provo sempre, ma appena tolgo i panni sembrano già usati. Quindi in sintesi, oltre ad imparare dagli stranieri le teorie su come si vincono le corse, abbiamo anche l’obbligo morale di imparare a piegarci camice e magliette.
Ok, quindi si parte dal mare e si arriva in collina e questa è una di quelle corse che si chiamano “tappacce” perché vengono dopo una giornata impegnativa, sono piene di strappi e oggi addirittura c’era un vero e proprio muro di 2 km da percorrere tre volte. E per non farci mancare niente, anche oggi siamo partiti con i nostri soliti 33 gradi.
Ci sono stati tanti i ritiri nel gruppo e noi oggi abbiamo perso Matteo Sobrero che ha avuto un momento di crisi iniziale dovuto al ritmo elevato che non è riuscito a superare.
Parte la gara quindi e dopo vari attacchi escono in avanscoperta 12 uomini che prendono un vantaggio massimo di 3 minuti e 20 secondi. Oggi fa un caldo bestiale a Casalincontrada e ho notato che durante il percorso c’è una cosa che non esiste, nemmeno se la paghi: l’ombra.
Piccolo appunto tecnico che non condivido ed è questo: aprire il rifornimento a 30 km dall’arrivo, è una cosa fuori dalla logica per me, perché è anche una questione di sicurezza. Tu puoi anche partire con due borracce ma dopo 10 minuti queste già bollono, non sono termiche ed essendo anche di plastica, con il calore il sapore è proprio sgradevole, quindi penso che si dovrebbe aprire dalla partenza e chiudere “per i furbetti” dalla mano facile ai 10 all’arrivo.
Dicevo della fuga che ci piace perché ritroviamo i nostri Marco Negrente e Filippo Zaccanti e con loro ci ritroviamo un sacco di italiani, quelli che sembravano inesistenti agli intellettuali del nostro sport e che oggi hanno dimostrato di poter lottare con i migliori al mondo (nella foto Rodella, sopra Marco Negrente in fuga).
In fuga troviamo Negrente, Zaccanti, Romano. Rocchetti, Bevilacqua, Rosa, Yuri Colonna, Moschetti, Molteni e Meris, Rice, Pessot, Piccot, Dlamini ed Hodeg.
Dopo i vari attacchi sulla testa, nel finale rimangono in 5 e, guarda un po’, ci sono 4 italiani: roba da fare domani articoli di 4 pagine per questo evento eccezionale. Ci sono il nostro Zaccanti con Rosa dell’Hopplà, Romano della Palazzago e Colonna dell’Altopack e lo straniero Dlamini della Dimension Data.
Vince la gara Romano della Palazzago che batte in volata Rosa e poi a qualche secondo il nostro Zaccanti che completa il podio di giornata.
Per terminare e per poter essere più precisi con chi ha problemi di connessione possiamo quindi dire che un italiano ha vinto una tappa, due squadre italiane hanno vinto tre delle sei tappe sino ad ora disputate. Potrà anche essere cosa da poco, ma direi che ci potremmo meritare anche qualche complimento, che naturalmente va sottolineato anche per tutti quei ragazzi che domani taglieranno l’arrivo di Campo Imperatore che credetemi non è una passeggiata.
A domani quindi popolo che pedala………noi ci proveremo a salire sul podio …….e comunque vada è stato per noi e per i nostri ragazzi un Giro duro ma pieno di soddisfazioni!
Rossella Dileo